OPERE PITTORICHE


… quando andavo a bordo, notai che c'era un tipo di tela, la cosiddetta tela olona, molto robusta e grezza. Cominciai a dipingere, così, anche ingenuamente, su questa tela olona senza preparazione. E ottenevo effetti molto sfumati, bellissimi. … Senonché succedeva che alcuni di questi quadri non li vendevo e allora, per dipingere nuovamente, ricoprivo con la biacca e con gli avanzi della tavolozza queste tele, distruggendo quello che avevo fatto prima. Così ho scoperto che questa materia densa, piena di grumi e di rugosità, mi dava effetti nuovi e molto interessanti. Dove c'era un grumo nasceva una sfumatura diversa e si creava quasi una zona d'ombra, e allora capii di avere trovato una tecnica mia così, casualmente, tecnica che ancora oggi uso volentieri. … Il mio quadro ha tre stadi di lavorazione. A parte la preparazione vera e propria della tela, del fondo. Faccio il disegno con il carboncino, poi faccio una specie di sinopia. Faccio questa sinopia che devo fissare per evitare che si cancelli. Quando il disegno, secondo me, è equilibrato, allora do una mano di pastello a olio. Non sono quelli a cera, sono a olio. Praticamente si possono anche diluire in una ciotola e usarli come colore ad olio vero e proprio. E allora, con questi pastelli, do una mano di fondo, comincio a dare le tracce del colore, poi fisso di nuovo il tutto e, finalmente, metto il colore ad olio vero e proprio, con la spatola.
Nella preparazione della tela non c'è nessun segreto. È semplicissimo: faccio tutto da solo, la tendo bene sul telaio e poi la bagno; bagnandola diventa molto tirata: battendola a mo’ di tamburello, dal suono mi accorgo se va bene. … E spesso le macchie che sono sulla preparazione della tela mi servono per accendere la fantasia. Una macchia mi suggerisce un'idea. Ecco, io me la studio bene, se non va nel senso orizzontale la metto verticale e lavoro lì, è la fantasia che, che mi porta poi al concepimento del soggetto.
Tutto quello che io metto sulla tela è colore ad olio, sono strati sovrapposti che formano questa, questa densità in alcune parti e meno in altre. Per esempio nel cielo la materia è molto meno spessa! Invece, quando disegno gli alberi, prendo con la spatola enormi quantità di colore e addirittura le spalmo sulla parte da riempire. Poi la rielaboro sempre con la spatola! Sono quasi vent'anni che non dipingo più col pennello.

(Mario Lupo - "Racconto la vita racconto la pittura")





* Le opere di Mario Lupo riprodotte in questa sezione sono datate dal 1966 al 1992 e suddivise per soggetto, al fine di evidenziare le tematiche che maggiormente hanno ispirato l’artista.
I dipinti più significativi del “periodo anconetano” (dal 1953 al 1965) sono illustrati nella sezione “percorso artistico” attraverso l’attenta analisi di Franco Solmi. Le tele citate dal critico d’arte sono visionabili dai link inseriti nel testo.