BIOGRAFIA


  • 1926 - 1943

    Mario Lupo nasce a Giulianova (TE) il 1° luglio 1926, da padre umbro - Riccardo Lupo – e madre abruzzese - Emilia Danese.
    Alla sua nascita la famiglia è composta anche da tre sorelle: Tilde, Giulia e Amalia. Tre anni dopo nasce il fratello Tarcisio.
    Trascorre l’infanzia prima a Giulianova, poi a Gorizia (dal 1930 al 1935) ed infine a Pescara, dove frequenta la Scuola Professionale Marittima diplomandosi Capitano Marittimo nel 1943.
  • 1943 - 1953

    Nell’agosto dello stesso anno, a seguito del bombardamento di Pescara, si trasferisce con i genitori a Giulianova, dove conosce Margherita Manari, che diventerà sua moglie. Seguendo la sua grande passione per il mare, nel 1945 si imbarca su una piccola nave mercantile nel porto di Taranto. Nel 1946 si arruola nella Finanza di mare, svolgendo il proprio servizio in diverse località in Liguria, Toscana, Lazio, Sardegna, Veneto, Abruzzo. Nel tempo libero dal servizio di navigazione, inizia a dipingere, copiando quadri di pittori dell’800. Quando torna in licenza a Giulianova dipinge piccoli quadri di fiori e casolari di campagna.
  • 1954 - 1959

    Nel 1954, diventato comandante di una motovedetta della Guardia di Finanza, si trasferisce ad Ancona.
    Il 30 ottobre di quello stesso anno sposa Margherita.
    Nel 1955 nasce il figlio Riccardo e nel 1956 la figlia Maristella.
  • 1960 - 1965

    Ad Ancona conosce e frequenta l’ambiente dei pittori marchigiani. In particolare l’amicizia con il pittore Bruno Fanesi rivestirà un ruolo fondamentale nei primi anni della sua formazione artistica. Nel periodo trascorso ad Ancona partecipa a numerose mostre estemporanee e collettive; tiene le prime personali a Roma, Milano, Siena e San Benedetto del Tronto.


    Nel 1963 inizia a dipingere sulla tela olona (tessuto grezzo, pesante e resistente, utilizzato soprattutto nella nautica) che, da allora in poi, diventerà il supporto ideale per tutti i suoi quadri ad olio. Acquisisce maggior padronanza della tecnica pittorica e dell’uso del colore, realizzando un proprio stile che sempre più si discosta dai canoni della primitiva impostazione “chiarista”. I suoi quadri in questo periodo raffigurano marine, paesaggi di collina, nature morte, fiori, soggetti religiosi, maschere sulla riva del mare. Nel 1964 dipinge la prima “donna in attesa”, uno dei principali temi distintivi della sua pittura.
  • 1966 - 1975

    Nel 1966, si congeda dalla Finanza ed approda a San Benedetto del Tronto, ove organizza una mostra personale, inaugurando la “Sala d’Arte Guglielmi”, suo spazio espositivo che per molti anni sarà luogo di incontro culturale ed artistico, ospitando numerose mostre di pittori italiani e stranieri. Nel 1967 si trasferisce definitivamente a San Benedetto del Tronto con la famiglia, stabilendo il proprio studio prima nella stessa città e, successivamente, a Grottammare, nei locali dell’ex Teatro dell’Arancio in Piazza Peretti 1. Nello ‘storico’ studio di Grottammare (che diventerà punto di riferimento per tanti artisti, letterati, collezionisti, critici e studiosi d’arte) può finalmente dedicare tutte le sue energie alla pittura, che nel frattempo è diventata una vera passione e ragione di vita. Inizia così un intenso periodo lavorativo che lo porterà ad esporre nelle principali città italiane.

    All’estero è presente con le sue opere a New York, Stoccolma, Parigi, St. Etienne, Ginevra, Zurigo, Amsterdam, Norimberga, Toronto. Intorno al 1969/70 nei cieli dei suoi quadri appaiono i primi gabbiani, elementi immancabili e in molti casi protagonisti assoluti delle sue opere. Nel 1972, su invito del Comune di Catania, allestisce nella città siciliana la mostra personale “Omaggio a Verga”, in occasione del 50° anniversario della morte dello scrittore. Nel 1974, su invito dell’Ente Provinciale Turismo, tiene una mostra di carattere riepilogativo nell’Aula Magna del Liceo Scientifico di Ancona e, al Circolo Culturale San Bartolomeo di Bergamo, l’esposizione “Le salmastre attese”. Nel 1975, invitato dall’Amministrazione provinciale, organizza nella città di Foggia la mostra “Racconti dalla Daunia”.
  • 1975 - 1979

    In questi stessi anni (1975/76)
    conosce la Maestra di Ballo Caterina Ricci di Ascoli Piceno, con la quale inizia una proficua collaborazione che proseguirà anche negli anni a venire e che lo porterà a realizzare le scenografie per i balletti “I gabbiani, “L’uomo e il mare”, “Giselle” e “Gli olivastri di Torre Mileto”, la cui prima si terrà nel 1986 al teatro “Giordano” di Foggia.

    Nel 1977, per i suoi meriti artistici, riceve il premio “Ginestra d’oro del Cònero”, premio annuale riservato a pittori e scrittori d’arte. Nello stesso anno, per lo stabilimento della International Concorde nella zona industriale di Acquaviva Picena, realizza un murale di 60 metri quadrati intitolato “Corale attesa”, ove sono rappresentate oltre sessanta figure (donne in attesa e bambini) in uno scenario di spiaggia, fiori, mare e gabbiani. Nell’estate 1978 si svolge a Grottammare la sua prima antologica, con la pubblicazione del volume monografico “Qualche miglio di tela olona”, curato da Giovanni Maria Farroni.

    La monografia viene presentata anche in occasione di una importante mostra presso la Camera di Commercio Italiana a Parigi ad ottobre dello stesso anno e, a marzo 1979, a Milano presso la galleria Garrone dei fratelli Bonicelli.
  • 1980 - 1983

    Nel 1980 è al Musée de l’Athénée di Ginevra con la mostra “Racconti di acqua amara”.
    Nel 1981, ad Ischitella sul Gargano, espone le sue opere ispirate agli “Olivastri di Torre Mileto”. La stessa mostra viene poi ripetuta anche a Milano, Roma e alla Galleria “Vicolo del Quartirolo” di Bologna.
    Nel 1983 la sua mostra antologica presso il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano è accompagnata dal prestigioso catalogo “L’immagine corale”, con saggio critico di Franco Solmi.

    Sempre nel 1983 collabora con la “Fucina degli Angeli”, fondata a Venezia da Egidio Costantini, realizzando le proprie sculture in vetro, che vengono esposte al Museo “Casa Elizalde” di Barcellona, al Museo “Excm. Ajuntamen” di Valéncia, a Pordenone (nell’ambito di “Vinmondo 1983”) e al Palazzetto Eucherio San Vitale, Parco Ducale, di Parma.
  • 1984 - 1987

    Nel dicembre 1984 insieme a Pericle Fazzini, al quale è legato da sincera e profonda amicizia, presenta la cartella di grafica dal titolo “La speranza”, che comprende serigrafie ed acqueforti dei due artisti, realizzate dalla Stamperia dell’Arancio, accompagnate da un testo critico di Dino Carlesi.



    Il 25 maggio 1986 si inaugura il suo maestoso monumento in bronzo e acciaio “Il Gabbiano Jonathan Livingston”, realizzato su commissione del Circolo dei Sambenedettesi ed eretto al molo sud di San Benedetto del Tronto, di cui diventa indiscusso simbolo. Richard Bach, autore del romanzo a cui è ispirato il monumento, fa pervenire all’artista un biglietto benaugurante e di ringraziamento.
    Nel dicembre 1987 tiene una grande mostra presso il Centro Culturale San Silvestro di Osimo, con il patrocinio del Comune e dell’Assessorato alle Attività Culturali.
  • 1988 - 1989

    Nel 1988 pubblica il volume-catalogo “Il Cristo di tutti”, con testi di Carlo Bo, Italo Mancini, Valerio Volpini e undici poesie di Padre David Maria Turoldo, presentando presso il Centro San Fedele di Milano la mostra omonima, ispirata al mistero della Croce. Le opere sono poi esposte ad Urbino, in occasione delle manifestazioni a ricordo di Paolo VI (agosto 1988), ad Osimo, presso Palazzo Campana (Settimana Santa 1989) e a Mombaroccio presso il Santuario del Beato Sante (settembre 1990).

    Sempre nel 1988 realizza, per il festival “Cabaret amore mio!” di Grottammare, il premio “Arancia d’oro” (una scultura in oro e pietre preziose) che sarà annualmente assegnato ad un attore comico di grido. Nel dicembre 1989 allestisce una mostra antologica al Rettorato dell’Università di Ancona con testo in catalogo di Floriano De Santi; nell’ambito della rassegna viene presentato il suo libro autobiografico “Racconto la vita racconto la pittura”, che racchiude una narrazione piacevolissima, attenta e completa, dell’infanzia, gli amici, la famiglia, i viaggi, la scoperta della pittura, le esposizioni, il tutto riccamente corredato da materiale fotografico ove, oltre alle sue opere d’arte, compaiono molte immagini private.
  • 1990 - 1991

    Nella primavera 1990 espone alla galleria “St. Nikolaus” di Stoccolma e presso l’Helvetia Assurances di Ginevra. Nell’ottobre di quello stesso anno è invitato a Stresa alla manifestazione “La modella per l’arte”. Nel 1991, a Tortoreto Lido (TE), realizza un’imponente scultura in bronzo dedicata al Generale dei Carabinieri Enrico R. Galvaligi, braccio destro del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato dalle Brigate Rosse durante gli anni di piombo.

    Nel dicembre 1991 la sua mostra “Burrasche” inaugura, a Grottammare, lo spazio espositivo annesso alla Stamperia dell’Arancio di suo figlio Riccardo, editore e gallerista dotato di profonda cultura e grande competenza.
  • 1992

    Nel 1992 tiene le sue ultime mostre personali a Porto San Giorgio, Ancona e San Ginesio.
    Muore il 16 ottobre 1992.

Grazie all’appassionato impulso del figlio Riccardo, coadiuvato dalla sorella Maristella, nel 1996 sono state dedicate a Mario Lupo due retrospettive che si sono svolte rispettivamente al Palazzetto dell’Arte di Foggia e al Kursaal di Giulianova, mentre nel 1997 è stata organizzata una grande antologica dell’artista a San Benedetto del Tronto, nei locali dell’Ex Gil e alla Palazzina Azzurra, con la pubblicazione del catalogo “L’immaginario del mare” edito dalla Stamperia dell’Arancio.

BIOGRAFIA


  • 1926 - 1943


    Mario Lupo nasce a Giulianova (TE) il 1° luglio 1926, da padre umbro - Riccardo Lupo – e madre abruzzese - Emilia Danese.
    Alla sua nascita la famiglia è composta anche da tre sorelle: Tilde, Giulia e Amalia. Tre anni dopo nasce il fratello Tarcisio.
    Trascorre l’infanzia prima a Giulianova, poi a Gorizia (dal 1930 al 1935) ed infine a Pescara dove frequenta la Scuola Professionale Marittima diplomandosi Capitano Marittimo nel 1943.
  • 1943 - 1953


    Nell’agosto dello stesso anno, a seguito del bombardamento di Pescara, si trasferisce con i genitori a Giulianova, dove conosce Margherita Manari, che diventerà sua moglie. Seguendo la sua grande passione per il mare, nel 1945 si imbarca su una piccola nave mercantile nel porto di Taranto. Nel 1946 si arruola nella Finanza di mare, svolgendo il proprio servizio in diverse località in Liguria, Toscana, Lazio, Sardegna, Veneto, Abruzzo. Nel tempo libero dal servizio di navigazione, inizia a dipingere, copiando quadri di pittori dell’800. Quando torna in licenza a Giulianova dipinge piccoli quadri di fiori e casolari di campagna.
  • 1954 - 1959


    Nel 1954, diventato comandante di una motovedetta della Guardia di Finanza, si trasferisce ad Ancona.
    Il 30 ottobre di quello stesso anno sposa Margherita.
    Nel 1955 nasce il figlio Riccardo e nel 1956 la figlia Maristella.
  • 1960 - 1965


    Ad Ancona conosce e frequenta l’ambiente dei pittori marchigiani. In particolare l’amicizia con il pittore Bruno Fanesi rivestirà un ruolo fondamentale nei primi anni della sua formazione artistica. Nel periodo trascorso ad Ancona partecipa a numerose mostre estemporanee e collettive; tiene le prime personali a Roma, Milano, Siena e San Benedetto del Tronto.


    Nel 1963 inizia a dipingere sulla tela olona (tessuto grezzo, pesante e resistente, utilizzato soprattutto nella nautica) che, da allora in poi, diventerà il supporto ideale per tutti i suoi quadri ad olio. Acquisisce maggior padronanza della tecnica pittorica e dell’uso del colore, realizzando un proprio stile che sempre più si discosta dai canoni della primitiva impostazione “chiarista”. I suoi quadri in questo periodo raffigurano marine, paesaggi di collina, nature morte, fiori, soggetti religiosi, maschere sulla riva del mare. Nel 1964 dipinge la prima “donna in attesa”, uno dei principali temi distintivi della sua pittura.
  • 1966 - 1975


    Nel 1966, si congeda dalla Finanza ed approda a San Benedetto del Tronto, ove organizza una mostra personale, inaugurando la “Sala d’Arte Guglielmi”, suo spazio espositivo che per molti anni sarà luogo di incontro culturale ed artistico, ospitando numerose mostre di pittori italiani e stranieri. Nel 1967 si trasferisce definitivamente a San Benedetto del Tronto con la famiglia, stabilendo il proprio studio prima nella stessa città e, successivamente, a Grottammare, nei locali dell’ex Teatro dell’Arancio in Piazza Peretti 1. Nello ‘storico’ studio di Grottammare (che diventerà punto di riferimento per tanti artisti, letterati, collezionisti, critici e studiosi d’arte) può finalmente dedicare tutte le sue energie alla pittura, che nel frattempo è diventata una vera passione e ragione di vita. Inizia così un intenso periodo lavorativo che lo porterà ad esporre nelle principali città italiane.


    All’estero è presente con le sue opere a New York, Stoccolma, Parigi, St. Etienne, Ginevra, Zurigo, Amsterdam, Norimberga, Toronto. Intorno al 1969/70 nei cieli dei suoi quadri appaiono i primi gabbiani, elementi immancabili e in molti casi protagonisti assoluti delle sue opere. Nel 1972, su invito del Comune di Catania, allestisce nella città siciliana la mostra personale “Omaggio a Verga”, in occasione del 50° anniversario della morte dello scrittore. Nel 1974, su invito dell’Ente Provinciale Turismo, tiene una mostra di carattere riepilogativo nell’Aula Magna del Liceo Scientifico di Ancona e, al Circolo Culturale San Bartolomeo di Bergamo, l’esposizione “Le salmastre attese”. Nel 1975, invitato dall’Amministrazione provinciale, organizza nella città di Foggia la mostra “Racconti dalla Daunia”.
  • 1975 - 1979


    In questi stessi anni (1975/76)
    conosce la Maestra di Ballo Caterina Ricci di Ascoli Piceno, con la quale inizia una proficua collaborazione che proseguirà anche negli anni a venire e che lo porterà a realizzare le scenografie per i balletti “I gabbiani, “L’uomo e il mare”, “Giselle” e “Gli olivastri di Torre Mileto”, la cui prima si terrà nel 1986 al teatro “Giordano” di Foggia.


    Nel 1977, per i suoi meriti artistici, riceve il premio “Ginestra d’oro del Cònero”, premio annuale riservato a pittori e scrittori d’arte. Nello stesso anno, per lo stabilimento della International Concorde nella zona industriale di Acquaviva Picena, realizza un murale di 60 metri quadrati intitolato “Corale attesa”, ove sono rappresentate oltre sessanta figure (donne in attesa e bambini) in uno scenario di spiaggia, fiori, mare e gabbiani. Nell’estate 1978 si svolge a Grottammare la sua prima antologica, con la pubblicazione del volume monografico “Qualche miglio di tela olona”, curato da Giovanni Maria Farroni.


    La monografia viene presentata anche in occasione di una importante mostra presso la Camera di Commercio Italiana a Parigi ad ottobre dello stesso anno e, a marzo 1979, a Milano presso la galleria Garrone dei fratelli Bonicelli.
  • 1980 - 1983


    Nel 1980 è al Musée de l’Athénée di Ginevra con la mostra “Racconti di acqua amara”.
    Nel 1981, ad Ischitella sul Gargano, espone le sue opere ispirate agli “Olivastri di Torre Mileto”. La stessa mostra viene poi ripetuta anche a Milano, Roma e alla Galleria “Vicolo del Quartirolo” di Bologna.
    Nel 1983 la sua mostra antologica presso il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano è accompagnata dal prestigioso catalogo “L’immagine corale”, con saggio critico di Franco Solmi.


    Sempre nel 1983 collabora con la “Fucina degli Angeli”, fondata a Venezia da Egidio Costantini, realizzando le proprie sculture in vetro, che vengono esposte al Museo “Casa Elizalde” di Barcellona, al Museo “Excm. Ajuntamen” di Valéncia, a Pordenone (nell’ambito di “Vinmondo 1983”) e al Palazzetto Eucherio San Vitale, Parco Ducale, di Parma.
  • 1984 - 1987


    Nel dicembre 1984 insieme a Pericle Fazzini, al quale è legato da sincera e profonda amicizia, presenta la cartella di grafica dal titolo “La speranza”, che comprende serigrafie ed acqueforti dei due artisti, realizzate dalla Stamperia dell’Arancio, accompagnate da un testo critico di Dino Carlesi.


    Il 25 maggio 1986 si inaugura il suo maestoso monumento in bronzo e acciaio “Il Gabbiano Jonathan Livingston”, realizzato su commissione del Circolo dei Sambenedettesi ed eretto al molo sud di San Benedetto del Tronto, di cui diventa indiscusso simbolo. Richard Bach, autore del romanzo a cui è ispirato il monumento, fa pervenire all’artista un biglietto benaugurante e di ringraziamento.
    Nel dicembre 1987 tiene una grande mostra presso il Centro Culturale San Silvestro di Osimo, con il patrocinio del Comune e dell’Assessorato alle Attività Culturali.
  • 1988 - 1989


    Nel 1988 pubblica il volume-catalogo “Il Cristo di tutti”, con testi di Carlo Bo, Italo Mancini, Valerio Volpini e undici poesie di Padre David Maria Turoldo, presentando presso il Centro San Fedele di Milano la mostra omonima, ispirata al mistero della Croce. Le opere sono poi esposte ad Urbino, in occasione delle manifestazioni a ricordo di Paolo VI (agosto 1988), ad Osimo, presso Palazzo Campana (Settimana Santa 1989) e a Mombaroccio presso il Santuario del Beato Sante (settembre 1990).


    Sempre nel 1988 realizza, per il festival “Cabaret amore mio!” di Grottammare, il premio “Arancia d’oro” (una scultura in oro e pietre preziose) che sarà annualmente assegnato ad un attore comico di grido. Nel dicembre 1989 allestisce una mostra antologica al Rettorato dell’Università di Ancona con testo in catalogo di Floriano De Santi; nell’ambito della rassegna viene presentato il suo libro autobiografico “Racconto la vita racconto la pittura”, che racchiude una narrazione piacevolissima, attenta e completa, dell’infanzia, gli amici, la famiglia, i viaggi, la scoperta della pittura, le esposizioni, il tutto riccamente corredato da materiale fotografico ove, oltre alle sue opere d’arte, compaiono molte immagini private.
  • 1990 - 1991

    Nella primavera 1990 espone alla galleria “St. Nikolaus” di Stoccolma e presso l’Helvetia Assurances di Ginevra. Nell’ottobre di quello stesso anno è invitato a Stresa alla manifestazione “La modella per l’arte”. Nel 1991, a Tortoreto Lido (TE), realizza un’imponente scultura in bronzo dedicata al Generale dei Carabinieri Enrico R. Galvaligi, braccio destro del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato dalle Brigate Rosse durante gli anni di piombo.


    Nel dicembre 1991 la sua mostra “Burrasche” inaugura, a Grottammare, lo spazio espositivo annesso alla Stamperia dell’Arancio di suo figlio Riccardo, editore e gallerista dotato di profonda cultura e grande competenza.
  • 1992


    Nel 1992 tiene le sue ultime mostre personali a Porto San Giorgio, Ancona e San Ginesio.
    Muore il 16 ottobre 1992.


Grazie all’appassionato impulso del figlio Riccardo, coadiuvato dalla sorella Maristella, nel 1996 sono state dedicate a Mario Lupo due retrospettive che si sono svolte rispettivamente al Palazzetto dell’Arte di Foggia e al Kursaal di Giulianova, mentre nel 1997 è stata organizzata una grande antologica dell’artista a San Benedetto del Tronto, nei locali dell’Ex Gil e alla Palazzina Azzurra, con la pubblicazione del catalogo “L’immaginario del mare” edito dalla Stamperia dell’Arancio.